Appartenente al circuito delle case museo milanesi insieme a Villa Necchi Campiglio, Casa Museo Boschi – Di Stefano e Museo Bagatti Valsecchi, il Museo Poldi Pezzoli aprì le porte il 26 aprile 1881 per volontà del nobile collezionista Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822 – 1879).
L’ingresso era da via Morone ed era soggetto a una tassa di “Lire Una per persona, Centesimi Cinquanta per fanciulli minori di dodici anni e per sottoufficiali, soldati, marinai dell’esercito nazionale in uniforme“. Esenti gli artisti, gli artigiani, i professori e gli studenti di antichità e belle arti.
Gian Giacomo, nato a Milano, ereditò il grande patrimonio della famiglia posseditrice dell’appalto delle tasse per il governo austriaco, dal padre Giuseppe; uomo di cultura e grande estimatore e raccoglitore di meraviglie.
In seguito a una formazione in giro per il mondo, nel 1849 Gian Giacomo rientra a Milano e decide di dare vita alla propria collezione d’arte, impostando il lavoro della casa museo nel palazzo del XVII secolo collocato in via Manzoni, a pochi passo dal centro città.
Definita tra i primi e più riusciti esempi di storicismo in Europa, la casa museo “delle Meraviglie” si snoda in 30 ambienti tra capolavori di architettura, pittura, scultura, tappezzeria, pizzi e ricami, ceramiche e collezioni di preziosi; in un viaggio nel tempo dal Medioevo al Settecento.
Percorriamo insieme le sale che più mi hanno incantata.
Sala d’Armi
Fu il primo ambiente allestito dal conte Gian Giacomo; contenente più di mille pezzi accoglie armature, armi bianche e armi da fuoco di origine europea e orientale. Era la più vasta tra le collezioni d’armi nella Milano dell’Ottocento, e ad oggi nella graduatoria d’Europa.
L’allestimento originale realizzato in stile neogotico da Filippo Peroni fu distrutto dai bombardamenti aerei del 1943. L’attuale disposizione al piano terra è opera dello scultore Arnaldo Pomodoro.
Scalone
Fu affidato a Giuseppe Bertini l’incarico di rinnovare l’accesso principale all’appartamento di Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Uno scalone barocco che congiungeva il giardino esterno al primo piano. Bertini progettò una fontana in marmo in stile neobarocco; la fonte da cui parte lo scalone che presenta alle pareti grandi paesaggi dipinti del ‘700, affiancati da statue allegoriche di Fede, Sapienza, Pietà, Teocrazia, Prudenza e Guerra.
Sale dei Lombardi
Tre sale in cui sono disposti dipinti rinascimentali, realizzati nella Milano degli Sforza (1450 – 1535). Tra i migliori interpreti troviamo Bernardo Zenale, Andrea Solario, Bernardino Luini e Cesare da Sesto.
Sul soffitto sono esposte le tavolette che decoravano il Palazzo Vimercati di Crema, oggi appartenente alla stessa famiglia che la costruì nel 1500 ca.
Salone Dorato
Spazio in stile rinascimentale adibito a contenere le opere più importanti della collezione. L’originale versione presentava soffitto a cassettoni dorati, affreschi di Bertini e alle pareti stoffa damascata.
Sala degli Orologi
La piccola collezione di Gian Giacomo si è ampliata grazie a un’importante donazione di 129 pezzi da parte dell’industriale milanese Bruno Falck. La raccolta è divenuta tra le più significative d’Italia.
Sala Nera
Il nome è dovuto al prezioso rivestimento in ebano e avorio che ricopriva le pareti e il soffitto. Le decorazioni sono ispirate allo stile del Rinascimento del Nord.
Sala dei Vetri Antichi di Murano
La sala ospita una collezione di circa 200 pezzi di vetri antichi, acquistati sempre da Gian Giacomo. Prima dei bombardamenti questa era la sua stanza da letto; con soffitto a lacunari, camino, boiseries e letto a baldacchino realizzati da Giuseppe Ripamonti tra il 1846 e il 1856.
Studiolo Dantesco
Accanto alla camera da letto vi era lo studio di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, dove custodiva i pezzi più importanti delle sue raccolte di arti applicate: vetri, gioielli, orologi.
Lo spazio in stile medioevale si ispira al poeta Dante Alighieri, che viene rappresentato negli affreschi e nelle vetrate dipinte da Bertini.
Sala Trivulzio e Sala del Palma
In questa sala era allora collocata la sala d’armi, ricostruita al piano terra dopo i bombardamenti. Ad oggi la sala ospita un’ampia collezione di orologi solari, un tempo appartenuti all’architetto milanese Piero Portaluppi (1888 – 1967). Si tratta di oltre 200 pezzi dal XVI al XIX secolo, che mostrano l’evoluzione dei modelli di meridiane nel tempo.
Sala degli Ori
Nelle vetrine: smalti antichi, oreficeria sacra, oggetti da collezione e gioielli. Tra pietre preziose e coralli, una collezione unica e pregiata.
Vi lascio di seguito alcuni libri informativi e cataloghi illustrati delle meraviglie contenute al Museo Poldi Pezzoli:
Vi auguro una Buona visita e vi aspetto alla prossima recensione
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