Mostra Morandi 1890-1964 – Palazzo Reale, Milano
Resta poco meno di un mese per poter visitare la mostra dedicata a Giorgio Morandi, fino al 4 febbraio 2024 ospite delle sale di Palazzo Reale a Milano.
Una retrospettiva allestita nella città meneghina, luogo in cui Morandi trovò i suoi primi collezionisti, resa possibile grazie a prestiti di collezioni private e istituzioni pubbliche come la Camera dei Deputati, l’Eni, Telecom e Rai.
Mezzo secolo ripercorso da 120 opere che ci guidano, dal 1913 al 1963, in senso temporale lungo tutta la vita ed evoluzione artistica del maestro bolognese.
Nel 1913 Morandi si diploma all’Accademia delle belle arti di Bologna e si apre alle avanguardie; partecipa a scambi culturali con artisti contemporanei, si avvicina a Cézanne e studia e recupera l’arte antica di Piero della Francesca e di Giotto.
Da questo momento non ritrarrà più la figura umana per una “difficoltà a spogliarla di connotazioni”.
Nel 1918 inizia il periodo più famoso: la stagione della metafisica. Atmosfere rarefatte e sentimentali costituite da manichini, sfere e scatole, risultato di una conoscenza indiretta, tramite riviste, dei lavori di Giorgio de Chirico e Carlo Carrà.
Stagione che si allenta dalla metà del 1919 in cui l’artista, in un clima di “ritorno all’ordine” in Europa, elegge bottiglie e strumenti del quotidiano quali oggetti d’indagine delle sue nature morte. Oggetti ridotti a pure sagome di colore in una pittura più densa; qui ha inizio la pittura tonale di Morandi.
L’opera nota come “quella con gli aranci e il mobile dietro“.
Viene ricordato il Morandi dell’acquaforte; l’arte incisoria che l’artista ha sempre affiancato alla pittura e che gli ha permesso di ottenere la cattedra d’incisione all’Accademia di belle arti di Bologna.
Gli anni Trenta si aprono sullo studio del paesaggio, un lavoro fatto solo dal vero, dove per isolare gli scorci d’interesse, si muniva di cannocchiale e fabbricava finte finestre con il cartone.
Questa natura morta riconoscibile per le bottiglie arancioni è un prestito di Villa Necchi Campiglio. Se ricordate l’avevo immortalata durante la mia visita.
Gli anni ’40 e ’50 sono il corpus maggiore di opere; qui si evince la progressiva opera di semplificazione dell’artista che si evolve verso still life dai toni più chiari, tele ariose e dipinti intesi come serie di variazioni senza ripetizione.
Una curiosità riguardo le opere con tema fiori; queste non venivano mai vendute, Morandi le realizzava per sé o le regalava ad amici.
L’ultimo periodo degli anni Sessanta Morandi opera una progressiva spoliazione frontale. Nelle ultime opere il soggetto è secondario, una pittura per sottrazione dove della realtà è toccata l’essenza.
Leggeri tratti di matita si scorgono nell’ultima opera rimasta incompiuta datata 1963, una sola forma geometrica in uno spazio immobile.
Per sottrazione si raggiunge l’essenza del reale; è necessario toccare il fondo, raggiungere l’oggetto senza oggetto.
Di seguito trovate il catalogo della mostra curato da 24 ore Cultura.
Vi auguro una Buona visita e vi aspetto alla prossima recensione
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