Alle Gallerie d’Italia, in Piazza della Scala a Milano, fino al 13 aprile 2025 nella Sala delle Colonne, è possibile visitare la mostra fotografica “Enzo Sellerio. Piccola antologia siciliana“, realizzata in collaborazione con l’Archivio Enzo Sellerio.
Il progetto si inserisce tra gli eventi celebrativi svoltisi a Palermo in occasione del centenario della nascita di Enzo Sellerio (1924-2012), fotografo ed editore palermitano, fondatore insieme alla moglie Elvira Giorgianni dell’omonima casa editrice nel 1969.
In esposizione 85 fotografie, perlopiù stampe d’epoca, accompagnate da una serie di stampe realizzate da negativi originali inediti.









Sellerio ha saputo raccontare il suo tempo attraverso la fotografia, arte che ha coltivato con sensibilità e sguardo critico dai primi anni ’50 ai primi anni ’70, come attestano anche i suoi scritti. Le sue immagini restituiscono con autenticità i contrasti, i simboli e le sfumature della società e della cultura della sua terra. Il suo obiettivo non si limita alla documentazione: c’è sempre un elemento di interpretazione, una narrazione visiva che sfugge alla rigidità del reportage puro per abbracciare una dimensione poetica.
Dalle parole di Leonardo Sciascia, queste fotografie: “raccontano e significano la Sicilia con una verità e una fantasia (poiché non c’è verità senza fantasia) che s’inseriscono nella migliore tradizione letteraria e figurativa dell’isola”. Questa frase coglie perfettamente il senso del lavoro di Sellerio: la sua fotografia non si limita a mostrare, ma a suggerire, evocare e reinterpretare.






Una piccola ma preziosa antologia siciliana in cui la sua Sicilia prende forma al di là degli stereotipi visivi che ne hanno a lungo condizionato la percezione. Luoghi e volti emergono in tutta la loro autenticità, tra contraddizioni, simboli e frammenti di realtà. Il suo sguardo, libero e raffinato, intreccia cinema e storia dell’arte, restituendo immagini cariche di vita e di significato. La sua attenzione ai dettagli, la scelta delle inquadrature e l’uso della luce rivelano un forte legame con il neorealismo cinematografico e con la tradizione pittorica italiana.
Il primo reportage di Sellerio, “Borgo di Dio“, pubblicato nel 1955 su “Cinema Nuovo“, lo colloca tra le figure centrali della fotografia neorealista italiana. Il suo lavoro a Palermo, il racconto dei Paesi dell’Etna nel 1962 per la stessa rivista e i numerosi ritratti di artisti, intellettuali e protagonisti del mondo dello spettacolo siciliano, dimostrano una profonda attenzione per le persone e per il loro contesto sociale.







Un aspetto fondamentale per comprendere Sellerio è il suo doppio ruolo di fotografo ed editore. La sua attività editoriale, con la fondazione della Sellerio Editore, ha rappresentato una naturale estensione del suo sguardo fotografico: un occhio attento alla narrazione, alla memoria e alla cultura. La sua sensibilità visiva si riflette nella cura delle edizioni della casa editrice, nella scelta delle copertine e nella valorizzazione di autori che, come lui, hanno cercato di raccontare la Sicilia con autenticità e profondità.
Un racconto visivo che lo pone tra i grandi interpreti del reportage italiano, in sintonia con la fotografia umanista francese di maestri come Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau ed Édouard Boubat, ma con una voce assolutamente personale. Paragonabile per sensibilità anche a fotografi italiani come Gianni Berengo Gardin e Ferdinando Scianna, Sellerio ha saputo fondere rigore compositivo e spontaneità espressiva, restituendo immagini che sono al tempo stesso documenti storici e opere d’arte.









Questa mostra non è solo un omaggio a un grande fotografo, ma un’opportunità per riscoprire uno sguardo che, a distanza di decenni, continua a raccontarci qualcosa di nuovo sulla Sicilia e sulla condizione umana.
Vi invito a leggere tutte le descrizioni degli scatti; credo sia stato fatto un ottimo lavoro di archiviazione, riuscendo a inserire riferimenti a luoghi e a eventi del folklore cittadino.













Fun fact personale: i libri Sellerio accompagnano da sempre le mie estati. Ho letto il primo romanzo di Andrea Camilleri ai tempi delle elementari e da allora, ogni estate, ho avuto un appuntamento fisso con le indagini del commissario Montalbano e i suoi gialli avvincenti. Pensandoci, Camilleri con il suo linguaggio ricco di sfumature siciliane e la sua capacità di intrecciare ironia e critica sociale, ha reso i suoi libri un viaggio affascinante nella cultura dell’isola, proprio come Sellerio ha fatto con le sue fotografie.

Vi auguro una Buona visita e vi aspetto alla prossima recensione…