Mostra “Dreamless Night”, Ali Cherri – GAMeC, Bergamo
Visitabile fino al 14 gennaio 2024 la mostra personale dell’artista e regista libanese Ali Cherri, vincitore del Leone d’Argento della Biennale d’Arte di Venezia 2022,The Milk of Dreams, come promettente giovane partecipante. Io ci sono stata e ricordo bene la sua videoinstallazione Of Men and Gods and Mud dedicata alla diga di Merowe.
L’artista ci guida in un percorso di unione delle arti, tra le pratiche del disegno e della scultura, il film e la videoinstallazione, verso una riflessione intorno a temi politici, sociali, socioeconomici e culturali.
Le notti senza sogni sono quelle insonni, stanche, trascorse in solitudine; una metafora utilizzata da Ali Cherri per rappresentare la violenza e i traumi subiti dalla natura, dagli uomini e dal loro lascito, sfruttati in nome di ideologie nazionaliste e mosse da una cultura della militarizzazione.
Un filmato di 25 minuti apre la mostra: “The Watchman” mostra la quotidianità di un soldato il cui compito è quello di sorvegliare giorno e notte la linea di confine della non riconosciuta Repubblica Turca di Cipro. Una vita di solitudine su una torre di vedetta in attesa dell’arrivo di un nemico, dove il sonno si mischia con la realtà creando uno spazio altro, metafisico, in cui tutto si trasforma e realizza.
No Man’s Land
Un manifesto dipinto su tessuto, un paesaggio che sembra essere quello del filmato; una cortina di fichi d’India sotto un cielo cupo che preannuncia pioggia.
We Grow Thorns so Flowers Would Bloom
La natura dei paesaggi reali e immaginati prende forma con una parete di acquerelli, dove il cactus viene scomposto e studiato in tutte le sue parti. Il fiore affiancato alle spine, e sul finale il pettirosso che vedrete schiantarsi poco prima di fronte al soldato. Da un lato una critica nei confronti della guerra e dei suoi effetti sul mondo vivente, e dall’altro uno spiraglio di luce incarnato nella presenza di bellezza, anche tra le rovine.
The Dismembered Bird
La testa di un’aquila prussiana scovata dall’artista in un negozio dell’antiquariato si compone di un corpo altrettanto scultoreo ma smontato, grezzo e in rovina. L’animale maestoso simbolo di dominio sui popoli è rappresentato come fragile e smembrato.
The Seven Soldiers
Sottili aste di metallo sorreggono grandi teste di soldati apparentemente assorti in uno stato di dormiveglia. L’artista mette in mostra uno spazio intermedio, tra la vita e la morte, dove tutto è sospeso e possibile. I visi neutri ricordano i soldatini utilizzati dai bambini per il gioco; una denuncia verso le pratiche di normalizzazione nei confronti di una cultura militare trasmessa in modo ludico fin da piccoli.
Wake up Soldiers, Open Your Eyes
Due soldati di creta e sabbia si guardano stanchi l’un l’altro imbracciando fucili. I due corpi dalle spalle cascanti e il campo chino sembra stiano per cadere di lì a poco; per la resa Ali Cherri modella le due figure su un campione supino. Dinamicità ed eroismo associati alle gesta militari si contrappongono a una reale pesantezza e fragilità.
The Prickly Pear Garden
Il percorso si chiude in un raduno di cactus, orientati secondo la loro crescita naturale, le cui foglie sono malate e impolverate a causa del loro habitat. I cactus si fanno testimoni silenti delle barbarie che hanno attraversato il loro terreno, quasi somatizzando sulla loro pelle ciò che hanno visto con i loro occhi.
Realtà o sogno? Disfatta o messaggio di speranza?
Ali Cherri indaga criticamente concetti che spaziano dai conflitti politici e culturali fino alle eredità dei traumi storici, mostrando il potenziale radicale dell’immaginazione.
Nel febbraio 2024 la mostra sarà ospitata dal Frac Bretagne di Rennes.
Vi auguro una Buona visita e vi aspetto alla prossima recensione.