Appena rientrata dalla mia settimana a Lampedusa, abbronzata e felice, vi racconto qual è stato il mio itinerario, dandovi qualche personale consiglio che credo possa essere utile a chi intende visitarla.
Un po’ di storia
‘Mpidusa, in dialetto pelagio, fu frequentata da molte civiltà dell’area grazie alla posizione strategica centrale nel Mediterraneo. Intorno al IX secolo a.C. fu un’importante colonia fenicia, utilizzata come base e stazione di sosta per il commercio; e intorno a fine Ottocento colonia greca in cui si coniava moneta: in bronzo raffigurante Zeus da un lato e un tonno sul rovescio. Ai tempi l’isola era conosciuta come Lopadusa e considerata appartenente al mare africano. Nel 400 a.C. vi sono testimonianza della presenza di cartaginesi sull’isola, che vi costruirono torri visibili dal mare. Al tempo delle guerre puniche vi risiedevano i romani che se ne servivano come base d’appoggio per le spedizioni in nord Africa. Costruirono cisterne per la raccolta di acqua piovana che utilizzavano per rifornire le loro flotte.
Lampedusa è la più estesa tra le isole Pelagie, e la più a sud d’Italia. È interamente percorribile data la superficie contenuta di 20,2 km², quindi consiglio assolutamente di noleggiare un auto, un motorino o una Mehari, per visitare comodamente tutta l’isola. La strada è abbastanza dissestata e la segnaletica e il rispetto delle precedenze sono un optional, ma dopo un paio di giorni vi abituerete a questa “giungla”, come l’ha nominata un lampedusano con cui ho colloquiato.
Ci sono diversi rental sull’Isola ma consiglio comunque di prenotare in anticipo il mezzo, prima della partenza. Io ho optato per Autonoleggio Lampedusa e mi sono trovata bene.
Per quanto riguarda il soggiorno ho alloggiato presso l’Oasi di Casablanca in località Mar Morto. La struttura è nuova e le stanze sono distribuite nella proprietà, tra cactus e altre varietà di piante grasse, come una sorta di residence, con una bella piscina centrale. La prima colazione era compresa.
Spiagge
In tema di spiagge, ce ne sono varie meritevoli e la maggior parte sono attrezzate e con zona ristoro.
Il primo giorno sono stata a Cala Mare Morto, molto vicino da dove alloggiavo tanto da raggiungerla a piedi in 5 minuti. Molto suggestiva essendo tutta scogli con ombrelloni e lettini blu collocati tra le varie insenature. Non ho pranzato in spiaggia essendo arrivata nel pomeriggio, ma mi hanno consigliato Alfredo – sulla spiaggia – per una sosta.
Sono poi stata a Cala Guitgia, ovvero “spiaggia del giglio”; un po’ affollata data l’ampia spiaggia pianeggiante. Consiglio quindi di non prendere il lettino sulla sabbia ma sugli scogli laterali. Per un light lunch consiglio il Moka Lounge sul trabiccolo in spiaggia.
Una delle più belle è Portu ‘Ntoni; un mare stupendo e cristallino. Anche qui consiglio di collocarvi sulla scogliera, per la posizione privilegiata dall’alto e maggiore riservatezza. Vi attenziono il loro ristorante, che fa servizio fino all’aperitivo. Prendete un tavolo dietro la struttura e vi godrete il tramonto in prima fila.
Accanto a questa vi è Cala Croce, chiamata in questo modo per il fatto di formare una X proprio con Portu ‘Ntoni, data l’insenatura che divide le due spiagge.
Poco distante da Cala Croce vi è Cala Madonna, famosa per il Santuario della Madonna di Porto Salvo. Si narra che durante la Seconda guerra mondiale il santuario venne distrutto da un bombardamento, lasciando indenne la statua della Madonna. L’acqua qui non è delle migliori ma la zona è silenziosa e molto riparata data l’insenatura profonda.
Imperdibile e rinomata è certamente la Spiaggia dei Conigli. Qui è necessario un vademecum di sopravvivenza per riuscire ad entrare nella spiaggia. Innanzitutto vi si accede tramite prenotazione su due turni: mattina (orario 8:30 – 13:30 ) e pomeriggio (14:30 – 19:30); sono prenotabili fino a 50 posti dal sito predisposto. Vi anticipo che il sito è malfunzionante ed è un terno al lotto prenotare.
Fortunatamente vi sono 150 ingressi senza prenotazione per slot orario. Sfortunatamente sono molto pochi rispetto al numero di persone che si presentano – mi riferisco al periodo di alta stagione come quello attuale – quindi è necessario arrivare almeno un’ora prima dell’apertura: alle ore 7.30 o alle ore 13:30, e mettersi in coda. La visuale e il mare trasparente ripagano ampiamente lo sforzo.
Si scende attraversando la Riserva naturale dell’Isola di Lampedusa, passando per quella che è stata la dimora del cantautore siciliano Domenico Modugno; soprannominò la spiaggia “La Piscina di Dio”. La villa oggi è di proprietà de La Calandra Resort.
Arriverete così alla spiaggia. Questa non è attrezzata ma potete portare il vostro ombrellone o noleggiarlo all’ingresso prima della discesa.
Il nome della spiaggia è dovuto a un errore linguistico. In una carta dell’ammiraglio Smith (1824) si legge per la prima volta “Rabit Island”. Nelle cartografie successive tale toponimo venne impropriamente tradotto dall’inglese (rabbit = coniglio). Appare più verosimile la sua derivazione dal termine arabo “Rabit”, che può essere tradotto in “legame” (che collega) suggerendo un plausibile riferimento all’istmo che si forma di rado tra l’isolotto e la costa.
Altre spiagge che mi sono state consigliate, e che purtroppo non ho avuto il tempo di vedere, sono: Cala Pisana, Cala Francese, Cala Spugne, Sciatu Persu, Cala Pulcino. Molte di queste le ho comunque viste dal mare durante i miei tour in barca. Sul sito turistico trovate tutti i punti di interesse dell’Isola.
Nella Seconda parte vi racconterò dei vari tour in barca e vi darò maggiori dettagli per la parte food and beverage lampedusano.
Nel mentre, equipaggiatevi nel migliore dei modi per il prossimo tour:
- Protezione solare spray 50+
- Maschera da snorkeling
- Set per snorkeling anti appannamento
- Scarpette da scoglio in plastica
- Scarpette da scoglio comfort
- Scarpette da scoglio da professionista
- Gel Post Puntura Meduse
Al prossimo appunto…
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