Crema

Oggi sono stata a Crema a fare commissioni e sostengo che, nonostante o per la ragione cui, la cittadina è deserta e calda, è il periodo in cui questa sprigiona il suo maggior fascino.

I colori tenui e caldi del Torrazzo in pendant con il rosato del Duomo e delle mura, il sole che illumina la via nodale, il ritmo lento e trascinato. Una Crema pasticcera o chantilly, la stessa che profuma le vie del centro evadendo dall’ingresso delle pasticcerie.

Crema è una signora elegante a cui piace aggiungere un particolare prezioso. Si muove in bicicletta, ama le chiacchiere in centro e i fine settimana lenti in campagna. D’inverno si vede meno per via della nebbia, in primavera sboccia con i fiori dei balconi, in estate immortala tramonti rosati dai campi, spizzica tortelli e beve limoncello offerto, tra citronella, cicale e zanzare; in autunno scalda caldarroste e va per mercatini. Si erge pavoneggiante e in casa parla dialetto.

Crema dall'alto, vista dal Duomo
Crema dall’alto, vista dal Duomo

Ognuno di noi ha negli occhi i colori del proprio territorio; quei toni sono familiari, hanno colorato la gran parte delle nostre giornate, portano alla mente tantissimi ricordi. Qui le ore sono scandite con precisione dalle campane, e nel contempo la vita si tesse e s’intreccia tra i fori di luce che invadono le tapparelle.

Sono cremasca, e credo che chiunque nel proprio percorso di definizione di sé, abbia messo in discussione il proprio luogo d’origine. Curiosa la nostra mente che va sempre cercando la possibilità di “altro”, spesso non accorgendosi di ciò che ha davanti agli occhi, rendendo campo di battaglia la propria base.

Non posso fare a meno di citare il film di Luca GuadagninoCall me by your name”, tratto dal libro di André Aciman, e ambientato in questa terra:

“Strappiamo via così tanto di noi per guarire in fretta dalle ferite che finiamo in bancarotta già a trent’anni. E abbiamo meno da offrire ogni volta che troviamo una persona nuova, ma forzarsi a non provare niente per non provare qualcosa…che spreco.”

Città, persone o cose; di sovente si perde di vista la bellezza per abitudine, perché la si vede sempre dalla stessa angolazione, quella conosciuta fino a quel momento. Diventa tediosa.

Ciò che cerco di fare nelle mie giornate è soffermarmi sempre sull’altro lato; suppongo ogni realtà come un apeirogono – poligono con un numero infinito di lati – e mi ci soffermo. Ogni volta scelgo un versante nuovo.

Il nostro punto di vista non è altro che un automatismo, una scelta momentanea che se trascurata può diventare prassi. E perché stavolta non cambiamo? Prendiamoci del  tempo, attardiamoci, riflettiamo, poniamoci domande, osserviamoci nel trascorrere.

Mi piace immaginarmi ogni giorno in qualche d’uno o qualche cosa d’altro. Sarà che mi annoio facilmente e ho bisogno di solleticarmi la mente; sta di fatto che è un gioco divertente, che spesso porta in luoghi inesplorati, fisici e non.

Per chi non conoscesse, non fosse mai stato a Crema, e volesse scoprire maggiormente la cittadina, vi consiglio innanzitutto di visitare la pagina degli itinerari possibili, e vi lascio dei testi di approfondimento:

Qui si aspetta che finisca l’estate, poi si aspetta che torni l’estate.”

citta di Crema

 

Al prossimo appunto…

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Filippo
Filippo
1 mese fa

Gran belle testo scritto a dantesca complimenti in attesa della prossima poesia

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