Amore mio è arrivata l’estate

Bonsoir a tous, buona domenica!

Come state?

Amore mio è arrivata l’estate”, citando Dalla.

In barca sul lago, un tuffo al mare, sali e scendi in montagna e biciclettate in campagna. Cinguettii di primo mattino, sol leone a mezzodì, siesta all’ombra, un tuffo in piscina, le pagine di un libro, vino al tramonto, cene in giardino, rombi di motociclette,  grilli e lucciole in una serata di cinema all’aperto.

L’aria si vivacizza e nelle vie permane il chiacchiericcio fino a tarda notte.

I treni fischiano e ci si dà appuntamento per un caffè o un gelato.

La pubblicità si inventa nuovi slogan attorno a creme solari e vaschette di variegati.

Ho dato il via alla stagione dei film serali all’aria aperta. Sono stata di recente all’Esterno Notte – nome ben pensato – a vedere la proiezione de “Gli spiriti dell’isola” di Martin McDonagh (2022). Una tragicommedia di due amici, abitanti di un remoto paesino della costa occidentale irlandese negli anni ‘20, che offre riflessioni sulla mediocre quotidianità e la solitudine che aleggiano nelle vite degli abitanti dell’isola, mentre all’orizzonte si stagliano i bombardamenti della guerra civile in corso.

La proiezione era prevista per le ore 21:30 e io ero in elegante ritardo; sono arrivata giusto al termine della réclame prima dell’inizio del film. Mi sono accomodata in ultima fila, posizione centrale, lato destro.

Nella mia stessa posizione, ma sul lato sinistro, c’era seduto un signore sulla settantina: cappello Panama color panna, occhiale da vista teashades, un accenno di barba bianca, camicia azzurra e pantalone cachi, entrambi di lino, mocassino da barca.

 Al guinzaglio un golden retriever pacatamente adagiato sul pavimento in pietra, in cerca di frescura.

Il signor Augusto è subito diventato l’incubo della Maschera di sala quando ha acceso il suo Flor de las Antillas facendo infuriare la signora seduta di fronte.

Informato del divieto di fumare nel posto, il signor Augusto rispose con una gran risata. Alzando il tono di voce e rivolgendosi alla sottoscritta esclamò:

Queste vecchie cornacchie  dovrebbero farsi un giro a Cuba. Sarebbero più felici e fumeremmo tutti insieme pacificamente”, con aggiunta di occhiolino finale.

Ammetto di aver trattenuto la risata, soprattutto per via del fatto che le “vecchie cornacchie ” erano più giovani di lui di almeno una decina d’anni.

Il signor Augusto spense il sigaro senza troppo questionare, cambiò di posto, ordinò per me e per lui due Super Concertino, e ci godemmo il film l’uno a fianco all’altro.

Al prossimo appunto…

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