Il Comandante (2023) – Edoardo De Angelis

Il Comandante (2023) – Edoardo De Angelis

1940, Arsenale Militare della Marina, Taranto, Seconda Guerra Mondiale.

Il comandante della Regia Marina Salvatore Todaro (Pierfrancesco Favino) affiancato da Vittorio Marcon (Massimiliano Rossi) istruisce all’alba i marinai pronti ad andare per mare sul sommergibile Cappellini; gli ultimi a partire della flotta italiana.

Il comandante con un’evidente inflessione veneta tiene un discorso motivante ai suoi uomini armandoli di coltello perché “non si può mai sapere”; il fascismo è dolore e la loro trincea è invisibile. Giovani, coraggiosi e forti ventenni, specchio regionale dell’intera nazione unita, che vanno a morire in una guerra piena di sangue in cui sono ammissibili “solo pianti interiori”, e che invece dovrebbero tuffarsi in mare “per cercare le perle“.

Todaro ha chiamato al suo fianco il sottufficiale Marcon, uomo dai nervi d’acciaio con una grande esperienza in mare. Uomo caratterizzato da un forte accento veneziano che riporta con la mente il comandante a casa, e che nella storia ha il ruolo di far ragionare il comandante e portarlo con i piedi per – e a – terra. 

“Non semi dei mona, siamo già morti una volta io e te”.

Il comandante è certo della buona riuscita della spedizione; è stato soprannominato Mago Bakù, lui vede davvero le cose.

Guarito miracolosamente e scampato da una vita d’invalidità grazie alle parole del greco antico, intercesse a lui per mezzo della mano di un sarto, si cura i dolori alla schiena tramite la pratica dello yoga.

L’esperienza di vita nel sottomarino viene resa visivamente da riprese strette e in primo piano e da un moto ondulatorio e a tratti sfocato, mosso. Un ambiente soffocante, una gabbia di ferro in balia di due avversari: il fuoco nemico e il mare.

Il Cappellini riesce a passare lo Stretto di Gibilterra, “un culo di gallina” definito da Marcon, una trappola a causa delle mine.

Arrivato in mare aperto pronto a combattere la guerra, viene sorpreso nell’Atlantico dal fuoco del Kabalo, piroscafo belga teoricamente neutrale nella guerra, che stava trasportando sotto copertura delle armi inglesi.

Il Kabalo viene abbattuto e due scialuppe belghe riescono a salvarsi mettendosi in mare.

Nonostante le direttive ricevute, il comandante decide di salvare i 26 naufraghi mettendo a repentaglio la vita di tutto l’equipaggio.

Il film è tratto dalla reale vicenda del comandante Salvatore Todaro, raccontata dalla penna di Sandro Veronesi.

Viene posto in primo piano l’uomo, al di sopra delle lotte dei confini e dei rapporti di potere:

“Affondiamo il ferro nemico senza pietà ma l’uomo lo salviamo “.

In mare la legge della natura sovrasta le ideologie. 

Una storia di solidarietà e di uomini, una storia italiana.

“Perché ci avete salvato? Perché siamo italiani.”

Il Comandante 2023 film - scena vasca da bagno

Vi auguro una Buona visione e vi aspetto alla prossima recensione.

 

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